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giovedì 29 dicembre 2016

La tardiva azione di Obama contro il governo israeliano

Allo scadere del suo mandato presidenziale, l’amministrazione Obama effettua una delle prese di posizione più dure  contro la politica del governo israeliano, basata sulla espansione territoriale, spacciata come elemento di sicurezza dello stato di Israele. La posizione del governo di Tel Aviv è nota: impedire la continuità territoriale di un, sempre meno probabile, stato palestinese, mediante l’infrazione degli accordi del 1967. In questo progetto l’occupazione fisica del territorio destinato ai palestinesi, con insediamenti di coloni israeliani, caratterizzati da una forte adesione alla parte più estremista della religione ebraica, rappresenta il fattore centrale per la sottrazione ed il mantenimento di ampie porzioni di terreno alla parte araba. La tattica attendista di Netanyahu, che ha tergiversato a più riprese sulla soluzione più logica, quella dei due stati, si è rivelata, alla fine, vincente, grazie alla vittoria di Trump alle presidenziali americane, che è annunciato come un alleato dell’attuale governo di Israele e ne che condivide le posizioni più estreme. Obama e Kerry, quindi, escono perdenti e la loro uscita di scena dalla politica americana sancisce il fallimento del loro progetto di un territorio e due stati. Peraltro questa soluzione è quella ancora maggiormente condivisa dagli stati occidentali e questa convinzione si annuncia come la vendetta postuma dei due uomini di stato alla fine del loro mandato. In effetti, lo scenario che si può prefigurare e, di cui la risoluzione delle Nazioni Unite contro gli insediamenti, rappresenta soltanto l’ultimo capitolo, è quella di uno stato israeliano sempre più isolato dallo scenario internazionale e sempre più ostracizzato, a cui potrebbe non bastare il, pur importante, appoggio pressoché totale della nuova amministrazione statunitense. Certo dal punto di vista operativo il governo di Tel Aviv avrà maggiore libertà di azione, ma, per quanto riguarda, i rapporti internazionali le difficoltà non potranno che aumentare. Purtroppo il rammarico è che questo non sia accaduto prima e che ciò non abbia costituito la giusta pressione per risolvere l’annosa questione israeliano palestinese. Di ciò gran parte della responsabilità non può che essere ascritta proprio ad Obama e Kerry, che hanno usato un appoggio troppo timido e cauto con il governo di Israele, non essendo stati capaci di imporre misure tali di essere in grado di raggiungere il loro obiettivo della costituzione dello stato palestinese e completare così il progetto dei due stati in un solo territorio. La presa di posizione di Obama, a pochi giorni dalla scadenza del suo mandato, è tardiva ed anche sospetta, una sorta di ritorsione contro Trump, che evidenzia l’incapacità di azione nella scena internazionale del presidente uscente.  Obama potrà essere ricordato come un grande presidente per la sua azione interna, ma per quanto riguarda la politica internazionale il suo bilancio appare largamente insoddisfacente. Quello israeliano, infatti, non è il solo caso dove ci sia da rammaricarsi per quanto fatto da Obama: occorre ricordare l’ignavia sul caso siriano, che poteva essere risolto quasi da subito, evitando una situazione sfavorevole per gli USA e l’occidente e, sopratutto, i tanti massacri, la pessima gestione dell’Iraq, che ha contribuito alla nascita dello Stato islamico, tutte situazione che hanno favorito il ritorno prepotente della Russia come attore di primo piano, un fattore di ulteriore e grave di instabilità del sistema internazionale. Probabilmente neppure Obama aveva previsto la vittoria di Trump ed idealmente aveva già lasciato le redini della politica internazionale ad Hillary Clinton, uscita sconfitta in maniera inaspettata dalla consultazione presidenziale. Ciò spiegherebbe perchè dopo tanto silenzio si sono verificate la prese di posizione degli ultimi giorni: un tentativo disperato e forse più nocivo, che altro all’immagine di Obama, di costringere il nuovo presidente a trovare una situazione di difficile gestione.  L’unica considerazione ulteriore, che si può fare, è la evidente divisione, sempre più accentuata, nel corpo politico americano, un sistema, che una volta, era caratterizzato da una breve e relativa distanza tra il partito repubblicano e quello democratico, una distanza che appare, ormai, abissale ed alla quale il paese Stati Uniti, preso nel suo insieme politico e sociale, non sembra essere pronto a fare fronte e che probabilmente sarà causa di profondi stravolgimenti sulpiano politico esterno ed interno, difficilmente governabili.

Tardive Obama action against the Israeli government

At the expiration of his presidential term, the Obama administration makes one of the sockets of the toughest stand against the Israeli government's policy, based on territorial expansion, passed off as a safety element of the state of Israel. The position of the Israeli government is known: to prevent territorial contiguity of a less and less likely, Palestinian state, through the infringement of the 1967 agreements In this project the physical occupation of the territory for the Palestinians, with settlements Israeli, characterized by strong adhesion to the most extreme part of the Jewish religion is the central factor in the removal and retention of large tracts of land to the Arab side. The wait-and-tactics Netanyahu, who prevaricated several times on the most logical solution, that of two states, proved in the end, winning, thanks to the victory of the American presidential Trump, which is billed as an ally of the current government of Israel and that he shares the most extreme positions. Obama and Kerry, then, come out losers and their disappearance from the American political sanctions the failure of their project of a territory and two states. However, this solution is still shared by most Western states, and this conviction is being heralded as the posthumous revenge of the two men was the end of their mandate. In fact, the scenario that you can anticipate and, of which the United Nations resolution against the settlements, is only the last chapter, is that of a Jewish state increasingly more isolated from the international scenario and increasingly ostracized, which may not suffice, while important, almost total support of the new US administration. Certainly from an operational standpoint the Israeli government will have greater freedom of action, but, with respect, international relations difficulties will only increase. Unfortunately, the regret is that this has not happened before and that this has not been the right pressure to resolve the long-standing Israeli-Palestinian question. Of what much of the responsibility can only be ascribed precisely to Obama and Kerry, who used too shy and cautious support to the government of Israel have not been able to impose such measures to be able to achieve their goal of the establishment of a Palestinian state and thus complete the project of the two states in one territory. The taking of Obama's position, a few days after the expiration of its mandate, it is late and even suspect, a sort of retaliation against Trump, which highlights the inability of action in the international scene of the outgoing president. Obama will be remembered as a great president for its internal action, but what about international politics its budget appears largely unsatisfactory. The Israeli one, in fact, is not the only case where there is to be regretted for what was done by Obama: we must remember the sloth on the Syrian case which could be solved almost immediately, avoiding an unfavorable situation for the US and the West and , above all, the many massacres, the bad management of Iraq, which has contributed to the emergence of the Islamic State, any situation that favored the powerful return of Russia as a major player, a further factor and severe instability in the international system . Probably even Obama had predicted the victory of Trump and ideally had already left the reins of international politics to Hillary Clinton, defeated output unexpectedly from the presidential consultations. This would explain why after so much silence occurred the position papers of the last days: a desperate attempt and perhaps more harmful, than anything else to the image of Obama, to force the new president to find a situation difficult to manage. The only additional consideration, that you can do, is the obvious division, more and more accentuated, in the American body politic, a system that was once characterized by a short and relative distance between the Republican and Democratic parties, a distance that seems to have become abysmal and to which country the United States, taken as a political and social together, does not seem to be ready to cope, and that will probably be due to deep political upheavals outside and inside on the plane, hardly governable.

Acción tardía de Obama contra el gobierno israelí

A la expiración de su mandato presidencial, el gobierno de Obama hace que una de las tomas del soporte más resistente contra la política del gobierno israelí, sobre la base de la expansión territorial, pasar como un elemento de seguridad del estado de Israel. La posición del gobierno israelí se sabe: para evitar la continuidad territorial de un estado cada vez menos probable, palestina, a través de la violación de los acuerdos de 1967 En este proyecto la ocupación física del territorio a los palestinos, con los asentamientos Israel, que se caracteriza por una fuerte adhesión a la parte más extrema de la religión judía es el factor central en la extracción y conservación de grandes extensiones de tierra a la parte árabe. El esperar y tácticas de Netanyahu, que prevaricó varias veces en la solución más lógica, la de dos estados, resultó al final, ganar, gracias a la victoria de la American Trump presidencial, que se anuncia como un aliado del gobierno actual de Israel y que comparte las posiciones más extremas. Obama y Kerry, a continuación, salen perdedores y su desaparición de las sanciones políticas estadounidenses el fracaso de su proyecto de un territorio y dos estados. Sin embargo, esta solución está siendo compartida por la mayoría de los estados occidentales, y esta convicción se anuncia como la venganza póstuma de los dos hombres era el final de su mandato. De hecho, el escenario que se puede anticipar y, de los cuales la resolución de las Naciones Unidas contra los asentamientos, es sólo el último capítulo, es la de un estado judío cada vez más aislados del escenario internacional y cada vez más marginado, que no podrá suficiente, mientras que el apoyo importante, casi total de la nueva administración de Estados Unidos. Ciertamente, desde un punto de vista operativo, el gobierno israelí tendrá una mayor libertad de acción, pero, con respeto, las dificultades de las relaciones internacionales se incrementará. Por desgracia, la pena es que esto no ha sucedido antes y que esta no ha sido la presión adecuada para resolver la cuestión de largo plazo entre Israel y Palestina. Por lo que gran parte de la responsabilidad sólo puede atribuirse precisamente a Obama y Kerry, que utiliza el soporte demasiado tímido y cauteloso al gobierno de Israel no han sido capaces de imponer estas medidas para poder lograr su objetivo de el establecimiento de un estado palestino y así completar el proyecto de los dos estados, en un territorio. La toma de posición de Obama, pocos días después de la expiración de su mandato, es tarde y hasta sospechoso, una especie de venganza contra Trump, que pone de manifiesto la incapacidad de acción en la escena internacional del presidente saliente. Obama será recordado como un gran presidente por su acción interna, pero ¿qué pasa con la política internacional de su presupuesto aparece en gran medida insatisfactoria. La israelí, de hecho, no es el único caso en el que no hay que lamentar de lo hecho por Obama: debemos recordar la pereza en el caso de Siria, que podría ser resuelto casi inmediatamente, evitando una situación desfavorable para los EE.UU. y Occidente y , por encima de todo, las numerosas matanzas, la mala gestión de Irak, que ha contribuido a la aparición del Estado islámico, cualquier situación que favoreció el poderoso regreso de Rusia como un jugador importante, un factor aún más severa e inestabilidad en el sistema internacional . Obama probablemente incluso había predicho la victoria de Trump y lo ideal sería que ya había dejado las riendas de la política internacional a Hillary Clinton, derrotada inesperadamente de salida de las consultas presidenciales. Esto explicaría por qué después de tanto silencio producido los documentos de posición de los últimos días: un intento desesperado y quizás más perjudicial, que cualquier otra cosa a la imagen de Obama, para forzar al nuevo presidente para encontrar una situación difícil de manejar. La única consideración adicional, que se puede hacer, es obvia la división, cada vez más acentuada, en el cuerpo político estadounidense, un sistema que se caracterizó por una distancia corta y relativa entre los partidos Republicano y Demócrata, una distancia que parece haberse convertido en pésimo y el país al que no parece de los Estados Unidos, tomada como una política y social en conjunto, para estar listos para hacer frente, y que probablemente se deba a trastornos políticos profundos exterior y el interior en el avión, difícilmente gobernable.

Tardive Obama Klage gegen die israelische Regierung

Nach Ablauf seiner Amtszeit, macht die Obama-Regierung eine der Buchsen des härtesten Widerstand gegen die Politik der israelischen Regierung, basierend auf territoriale Expansion, als Sicherheitselement des Staates Israel verliefen. Die Position der israelischen Regierung ist bekannt: territorialen Zusammenhang eines weniger und weniger wahrscheinlich, palästinensischen Staates durch die Verletzung von 1967 Vereinbarungen In diesem Projekt die physische Besetzung des Gebietes für die Palästinenser zu verhindern, mit Siedlungen Israeli, durch eine starke Haftung an der äußersten Teil der jüdischen Religion charakterisiert ist der zentrale Faktor bei der Entfernung und Speicherung von großen Flächen des Landes auf der arabischen Seite. Die wait-and-Taktik Netanjahu, der mehrmals auf die logischste Lösung Ausflüchte, dass von zwei Staaten, erwies sich am Ende gewinnen, dank dem Sieg der amerikanischen Präsidentschafts Trump, die als Verbündeter der derzeitigen Regierung in Rechnung gestellt wird Israel und er teilt die extremsten Positionen. Obama und Kerry, dann kommen Verlierer und ihr Verschwinden aus den amerikanischen politischen Sanktionen das Scheitern ihres Projekts eines Territoriums und zwei Staaten. Allerdings ist diese Lösung immer noch von den meisten westlichen Staaten geteilt, und diese Überzeugung eingeläutet wird als die posthume Rache der beiden Männer das Ende ihres Mandats war. In der Tat, dass das Szenario, das Sie und erwarten können, von denen die Resolution der Vereinten Nationen gegen die Siedlungen, nur das letzte Kapitel ist, ist die eines jüdischen Staates zunehmend von der internationalen Szenario und zunehmend ausgegrenzt, die unter Umständen nicht genügen, zwar wichtig, fast vollständige Unterstützung der neuen US-Regierung. Sicherlich aus operativer Sicht wird die israelische Regierung eine größere Handlungsfreiheit, aber mit Respekt, werden die internationalen Beziehungen Schwierigkeiten nur erhöhen. Leider ist das Bedauern, dass dies vor nicht geschehen ist, und dass dies nicht der richtige Druck, um die langjährigen israelisch-palästinensische Frage zu lösen war. Von dem, was ein großer Teil der Verantwortung kann nur genau zu Obama und Kerry zugeschrieben werden, die zu schüchtern und vorsichtig Unterstützung für die Regierung von Israel verwendet haben nicht solche Maßnahmen zu verhängen konnte, um ihre Ziel zu erreichen, die Schaffung eines palästinensischen Staates und damit das Projekt der beiden Staaten in einem Gebiet abzuschließen. Die Einnahme von Obamas Position, ein paar Tage nach dem Ablauf ihres Mandats, ist es zu spät und sogar vermuten, eine Art Vergeltung gegen Trump, die die Unfähigkeit der Aktion in der internationalen Szene des scheidenden Präsidenten hervorhebt. Obama wird als ein großer Präsident für seine interne Aktion, aber was ist die internationale Politik sein Budget weitgehend unbefriedigend erscheint in Erinnerung bleiben. Die israelische, in der Tat ist nicht der einzige Fall, in dem es zu bedauern, was von Obama getan: Wir haben die Trägheit auf der syrischen Fall erinnern müssen, die fast sofort gelöst werden könnte, eine ungünstige Situation für die USA und den Westen zu vermeiden und vor allem die vielen Massaker, das schlechte Management des Irak, die zur Entstehung des islamischen Staates beigetragen hat, jede Situation, die die mächtige Rückkehr Russlands als wichtiger Akteur, ein weiterer Faktor und schwere Instabilität im internationalen System begünstigt . Wahrscheinlich sogar Obama den Sieg von Trump vorausgesagt hatte und im Idealfall bereits die Zügel nach links von der internationalen Politik zu Hillary Clinton, besiegte Ausgang unerwartet von den Präsidentschafts Konsultationen. Dies würde erklären, warum nach so viel Stille, die Positionspapiere der letzten Tage trat: ein verzweifelter Versuch, und vielleicht noch schädlicher, als alles andere auf dem Bild von Obama, den neuen Präsidenten zu zwingen, eine Situation schwer zu verwalten zu finden. Die einzige zusätzliche Überlegung, dass Sie tun können, ist die offensichtliche Spaltung, mehr und mehr betont, in der amerikanischen politischen Körper, ein System, das einmal durch einen kurzen und relativen Abstand zwischen dem republikanischen und demokratischen Parteien, eine Strecke charakterisiert wurde das scheint miserabel geworden zu sein und zu welchem ​​Land die Vereinigten Staaten, genommen als politische und soziale zusammen, scheint nicht bereit zu sein, gerecht zu werden, und das wird wahrscheinlich aufgrund der tiefen politischen Umwälzungen sein außen und innen auf der Ebene, kaum regierbar.

L'action Tardive Obama contre le gouvernement israélien

A l'expiration de son mandat présidentiel, l'administration Obama fait l'une des prises du stand le plus dur contre la politique du gouvernement israélien, basé sur l'expansion territoriale, passé au large comme un élément de l'état d'Israël en matière de sécurité. La position du gouvernement israélien est connu: pour empêcher la contiguïté territoriale d'un Etat palestinien moins en moins probable, par la violation des accords de 1967 Dans ce projet, l'occupation physique du territoire pour les Palestiniens, avec des colonies israélienne, caractérisé par une forte adhésion à la partie la plus extrême de la religion juive est le facteur central dans l'enlèvement et la rétention de grandes étendues de terres du côté arabe. L'attentisme des tactiques Netanyahu, qui tergiversait à plusieurs reprises sur la solution la plus logique, celle des deux Etats, a prouvé à la fin, gagner, grâce à la victoire de l'American Trump présidentielle, qui est présenté comme un allié du gouvernement actuel d'Israël et qu'il partage les positions les plus extrêmes. Obama et Kerry, puis, sortent perdants et leur disparition des sanctions politiques américains l'échec de leur projet d'un territoire et deux états. Cependant, cette solution est toujours partagée par la plupart des pays occidentaux, et cette conviction est annoncée comme la vengeance posthume des deux hommes a été la fin de leur mandat. En fait, le scénario que vous pouvez anticiper et, dont la résolution des Nations Unies contre les colonies, est seulement le dernier chapitre, est celle d'un Etat juif de plus en plus isolé de la scène internationale et de plus en plus mis à l'écart, ce qui ne peut pas suffire, tandis que l'importance du soutien, presque totale de la nouvelle administration américaine. Certes, d'un point de vue opérationnel, le gouvernement israélien aura une plus grande liberté d'action, mais, en ce qui concerne, les difficultés des relations internationales ne fera qu'augmenter. Malheureusement, le regret est que cela n'a pas eu avant et que cela n'a pas été la bonne pression pour résoudre la question israélo-palestinienne de longue date. De quoi une grande partie de la responsabilité ne peut être attribuée précisément à Obama et Kerry, qui a utilisé le soutien trop timide et prudent pour le gouvernement d'Israël n'a pas été en mesure d'imposer de telles mesures pour être en mesure d'atteindre leur objectif de la création d'un Etat palestinien et ainsi achever le projet des deux Etats dans un territoire. La prise de position d'Obama, quelques jours après l'expiration de son mandat, il est tard et même suspect, une sorte de représailles contre Trump, qui met en évidence l'incapacité de l'action sur la scène internationale du président sortant. Obama restera comme un grand président pour son action interne, mais qu'en politique internationale son budget semble largement insatisfaisant. L'un Israélien, en fait, ne sont pas le seul cas où il est regrettable pour ce qui a été fait par Obama: il faut se rappeler le paresseux sur le cas de la Syrie, qui pourrait être résolu presque immédiatement, en évitant une situation défavorable pour les Etats-Unis et l'Occident et surtout, les nombreux massacres, la mauvaise gestion de l'Irak, qui a contribué à l'émergence de l'État islamique, toute situation qui a favorisé le retour en force de la Russie comme un acteur majeur, un facteur supplémentaire et grave instabilité dans le système international . Probablement même Obama avait prédit la victoire de Trump et idéalement avait déjà quitté les rênes de la politique internationale à Hillary Clinton, a battu la sortie inattendue des consultations présidentielles. Cela expliquerait pourquoi, après tant de silence eu lieu les prises de position des derniers jours: une tentative désespérée et peut-être plus dommageable, que toute autre chose à l'image d'Obama, pour forcer le nouveau président de trouver une situation difficile à gérer. La seule contrepartie supplémentaire, que vous pouvez faire, est la division évidente, de plus en plus accentuée, dans le corps politique américain, un système qui était autrefois caractérisée par une courte distance et par rapport entre le partis républicain et démocrate, une distance qui semble être devenu abyssal et à quel pays les Etats-Unis, considéré comme un politique et social ensemble, ne semble pas être prêt à faire face, et ce sera probablement en raison de bouleversements politiques profonds en dehors et à l'intérieur sur le plan, à peine gouvernable.

Ação tardia Obama contra o governo de Israel

Ao término de seu mandato presidencial, a administração de Obama faz uma das tomadas do suporte mais resistente contra a política do governo israelense, com base na expansão territorial, passado como um elemento de segurança do Estado de Israel. A posição do governo israelense é conhecido: para evitar a contiguidade territorial de um Estado cada vez menos provável, Palestino, através da violação dos acordos de 1967 Neste projeto a ocupação física do território para os palestinos, com assentamentos israelita, caracterizada por uma forte adesão à parte mais extrema da religião judaica é o fator central na remoção e retenção de grandes extensões de terra para o lado árabe. A espera-e-táticas Netanyahu, que prevaricaram várias vezes a solução mais lógica, a de dois estados, mostrou-se, no final, ganhar, graças à vitória da Trump presidencial norte-americana, que é classificado como um aliado do atual governo de Israel e que ele compartilha as posições mais extremas. Obama e Kerry, em seguida, sair perdedores e seu desaparecimento das sanções políticas americanas o fracasso de seu projeto de um território e dois estados. No entanto, esta solução ainda é compartilhada pela maioria dos estados ocidentais, e esta convicção está sendo anunciada como a vingança póstuma dos dois homens era o fim do seu mandato. Na verdade, o cenário que você pode antecipar e, de que a resolução das Nações Unidas contra os assentamentos, é apenas o último capítulo, é o de um Estado judeu cada vez mais isolado do cenário internacional e cada vez mais condenados ao ostracismo, que não pode suficiente, embora importante apoio, quase total da nova administração norte-americana. Certamente a partir de um ponto de vista operacional, o governo israelense terá maior liberdade de ação, mas, no que diz respeito, as dificuldades de relações internacionais só vai aumentar. Infelizmente, o lamento é que isso não aconteceu antes e que esta não foi a pressão certa para resolver a questão de longa data entre israelenses e palestinos. Do que grande parte da responsabilidade só pode ser atribuída precisamente para Obama e Kerry, que usou o apoio muito tímido e cauteloso ao governo de Israel não têm sido capazes de impor as medidas para ser capaz de atingir o seu objectivo de o estabelecimento de um estado palestino e, assim, completar o projeto dos dois estados em um território. A tomada de posição de Obama, alguns dias após a expiração do seu mandato, já é tarde e até mesmo suspeito, uma espécie de retaliação contra Trump, que destaca a incapacidade de ação na cena internacional do presidente cessante. Obama será lembrado como um grande presidente para a sua acção interna, mas que sobre a política internacional do seu orçamento aparece largamente insatisfatórios. A um israelense, na verdade, não é o único caso em que há a lamentar pelo que foi feito por Obama: é preciso lembrar a preguiça sobre o caso da Síria, que poderia ser resolvido quase imediatamente, evitando uma situação desfavorável para os EUA e o Ocidente e , acima de tudo, os muitos massacres, a má gestão do Iraque, que tem contribuído para o surgimento do Estado islâmico, qualquer situação que favoreceu o retorno poderoso da Rússia como um grande jogador, um fator mais e grave instabilidade no sistema internacional . Provavelmente até Obama havia previsto a vitória de Trump e, idealmente, já havia deixado as rédeas da política internacional para Hillary Clinton, derrotada saída inesperada das consultas presidenciais. Isso explicaria por que depois de tanto silêncio ocorreram as tomadas de posição dos últimos dias: uma tentativa desesperada e talvez mais prejudicial do que qualquer outra coisa para a imagem de Obama, para forçar o novo presidente para encontrar uma situação difícil de gerir. A única consideração adicional, que você pode fazer, é a divisão óbvia, mais e mais acentuada, no corpo político americano, um sistema que já foi caracterizada por uma distância curta e relativa entre os partidos Republicano e Democrata, uma distância que parece ter se tornado abismal e que país os Estados Unidos, tido como um político e social em conjunto, não parece estar pronto para lidar, e que será, provavelmente, devido a convulsões políticas profundas exterior e interior no avião, dificilmente governável.

Действие Поздняя Обама против израильского правительства

По истечении своего президентского срока, администрация Обамы делает один из розеток жесткую позицию против политики израильского правительства, на основе территориальной экспансии, прошел как предохранительный элемент государства Израиль. Позиция израильского правительства известно: предотвратить территориальную примыкание в менее и менее вероятным, палестинского государства, через нарушение соглашений 1967 года В этом проекте физической оккупации территории для палестинцев, с расчетами израильская, характеризуется высокой адгезией к самой крайней части еврейской религии является центральным фактором в снятии и сохранении крупных участков земли на арабской стороне. Ждать и тактика Нетаньяху, который prevaricated несколько раз на наиболее логичным решением, что из двух состояний, оказались в конце концов, победа, благодаря победе американской президентской Трампа, который выставлен счет в качестве союзника нынешнего правительства Израиль и что он разделяет самые крайние позиции. Обама и Керри, а затем, выйти проигравших и их исчезновение из американских политических санкций провал их проекта на территории и двух государств. Однако это решение до сих пор разделяет большинство западных стран, и это убеждение обставляется как посмертная месть двух мужчин был конец их мандата. На самом деле, сценарий, который вы можете предвидеть и, из которых резолюция Организации Объединенных Наций против поселений, лишь последняя глава, является то, что еврейское государство все более изолированным от международного сценария и все более остракизму, который не может хватает, а главное, почти полной поддержке новой американской администрации. Конечно, с оперативной точки зрения израильское правительство будет иметь большую свободу действий, но, с уважением, трудности, международные отношения будут только возрастать. К сожалению, жаль, что это не произошло раньше, и что это не было правильным давление для разрешения давнего израильско-палестинский вопрос. Из того, что большая часть ответственности можно отнести только именно к Обаме и Керри, который использовал слишком застенчивый и осторожную поддержку правительству Израиля не смогли навязать такие меры, чтобы быть в состоянии достичь своей цели создание палестинского государства и тем самым завершить проект двух государств на одной территории. Принятие позиции Обамы, через несколько дней после истечения срока его мандата, он поздно, и даже подозревают, своего рода возмездия против Трампа, в которой подчеркивается невозможность действий на международной арене уходящего президента. Обама будет помнить как великого президента для его внутреннего действия, а как насчет международной политики ее бюджет в основном развивается неудовлетворительно. Израильская один, на самом деле, это не единственный случай, когда есть пожалеть за то, что было сделано Обамой: мы должны помнить о лени на сирийском случай, который может быть решена практически сразу, избегая неблагоприятной ситуации для США и Запада и , прежде всего, многие массовые убийства, плохое управление Ираком, что способствовало появлению исламского государства, любая ситуация, которая выступает за мощное возвращение России в качестве основного игрока, еще одним фактором нестабильности и тяжелой степени в международной системе , Вероятно, даже Обама предсказал победу Трампом и в идеале уже покинул бразды международной политики Хиллари Клинтон, неожиданно победил выход из президентских консультаций. Это объясняет, почему после стольких молчания происходили документы с изложением позиции последних дней: отчаянную попытку и, возможно, более вредно, чем все остальное в образе Обамы, чтобы заставить нового президента найти ситуацию трудно управлять. Единственное дополнительное соображение, что вы можете сделать, это очевидное разделение, все больше и больше усиливается, в американском политическом организме, система, которая была когда-то характеризуется коротким и относительного расстояния между Республиканской и Демократической партий, на расстоянии что, кажется, стал плачевны, и в какой стране, кажется, не Соединенные Штаты, приняли как политическое и социальное вместе, чтобы быть готовыми справиться, и это, вероятно, будет из-за глубоких политических потрясений снаружи и внутри на плоскости, вряд ли управляема.

反對以色列政府的遲發性運動奧巴馬採取行動

在他的總統任期屆滿後,奧巴馬政府讓反對以色列政府的政策的基礎上,領土擴張最艱難的立場的插口內,冒充以色列國的安全元件。以色列政府的立場是眾所周知的:防止的可能性越來越小,巴勒斯坦國的領土毗連,因被侵權所1967年的協議,在這個項目的領土的物理職業的巴勒斯坦人定居點以色列,其特點是附著力強猶太宗教的最極端的部分是在拆除和大片土地保留給阿方的中心因素。在等待和戰術內塔尼亞胡,誰在最合理的解決搪塞了好幾次,這兩種狀態,證明到底,贏,這要歸功於美國總統特朗普,這是標榜為本屆政府的盟友的勝利以色列和他分享最極端的立場。奧巴馬和克里,那麼,從美國政治制裁出來失敗者和他們的失踪其領土的項目,兩個國家的失敗。但是,這個方案仍然被大多數西方國家分享,這種信念被標榜為這兩人追授報復是他們的任期結束。事實上,你可以預見和,其中聯合國決議反對定居點,只有最後一章的情況下,是一個猶太國家的越來越多的國際孤立的情況和日益排斥,這可能不是足夠了,而美國新政府的重要,幾乎全部支持。當然,從運營的角度來看,以色列政府將有更大的行動自由,但恕我直言,國際關係的困難只會增加。不幸的是,遺憾的是,這還沒有發生過,而這一直沒有合適的壓力,以解決長期存在的以色列 - 巴勒斯坦問題。什麼太多的責任,只能精確歸因於奧巴馬和克里,誰使用以色列政府太害羞了謹慎的支持,一直沒能實行這樣的措施能夠實現自己的目標建立一個巴勒斯坦國,從而完成了兩個國家的項目在一個地區。奧巴馬的地位的取得,其任期結束幾天後,為時已晚了甚至懷疑,一種針對特朗普,突出行動在卸任總統的國際舞台上無力報復。奧巴馬將要作為其內部的行動有關的預算似乎並不令人滿意國際政治中的偉大的總統,但什麼。以色列之一,其實,是不是那裡是令人遺憾的,什麼是由奧巴馬做的唯一案例:我們必須記住,在這幾乎可以立即解決敘利亞情況下,樹懶,避免了美國和西方的不利局面,並首先,許多大屠殺,伊拉克管理不善,這已經給伊斯蘭國的崛起作出了貢獻,即贊成俄羅斯的強大回報的主要參與者任何情況下,進一步的因素和嚴重的不穩定性在國際體系中甚至可能奧巴馬曾預測特朗普的勝利,理想已經離開國際政治向希拉里·克林頓的韁繩,從總統協商擊敗輸出意外。這可以解釋為什麼這麼多的沉寂後發生的最後幾天的立場文件:一個絕望的嘗試,也許更有害的,比什麼都對奧巴馬的形象,給力新總統發現難以管理的情況。唯一的額外的考慮,你所能做的,是明顯的分工,越來越多的強調,在美國的政治團體,曾一度特點是共和黨和民主黨,一個距離之間的短期和相對距離的系統這似乎已經成為深不可測,並到國美,作為一個政治和社會一起,似乎並沒有準備好應付,而這可能會因深刻的政治動盪外而內的飛機上,幾乎沒有可支配。

イスラエル政府に対する遅発性オバマアクション

彼の大統領の任期の満了時に、オバマ政権は領土拡張に基づいて、イスラエル政府の政策に対する過酷なスタンドのソケットの一つは、イスラエルの状態の安全要素としてオフに渡されることができます。イスラエル政府の位置が知られている:以下、にくく、パレスチナ国家の領土連続性を防止するために、1967年協定の侵害を通じて本プロジェクトでは領土の物理的な職業をパレスチナ人のために、集落でユダヤ教の最も極端な部分に強固に接着することを特徴と、イスラエルはアラブ側に土地の広大の除去および保持の中心的な要因です。最も論理的な解決策に数回prevaricated成り行き戦術ネタニヤフ、2つの状態のものは、現在の政府の同盟国として請求され、アメリカの大統領トランプの勝利に、感謝を受賞し、最終的に証明しましたイスラエルの彼は最も極端な位置を共有しています。オバマ氏とケリーは、その後、敗者とアメリカの政治的制裁からの消失の領土と二つの状態の彼らのプロジェクトの失敗を出てきます。しかし、この解決策はまだほとんどの西洋の状態によって共有され、2人の男性の死後復讐はその任務の終わりだったとして、この信念が予告されています。実際には、あなたが入植地に対する国連決議は、唯一の最終章となっている、予想できシナリオは、どのない場合があり、そのユダヤ人国家の国際的なシナリオからますます孤立し、ますます村八分です米国の新政権の重要な、ほぼ完全にサポートしながら、十分です。確かに運用の観点からイスラエル政府は、行動の自由度を持っていますが、関連して、国際関係の難しさだけ増加します。残念ながら、後悔はこれは前に起こっていないことであり、これはされていないことを右の圧力は、長年イスラエル・パレスチナ疑問を解決します。責任の多くはだけの自分の目標を達成することができるように、このような措置を課すことができていないイスラエルの政府にあまりにも恥ずかしがりや慎重なサポートを使用オバマとケリー、に正確に帰することができるもののこのようにパレスチナ国家の樹立とは、1地域で二つの状態のプロジェクトを完成。オバマ氏の立場を取ることは、数日その任務が終了した後に、それは、発信社長の国際舞台での行動のできないことを強調トランプ、報復の一種後半とさえ疑わしいです。オバマ氏は、その予算が大きく不満足表示されます国際政治についての素晴らしいその内部アクションの社長が、何として記憶されるだろう。イスラエルの一つは、実際には、オバマ氏によって行われたもののために後悔することがある唯一のケースではありません:私たちは米国と西に不利な状況を回避し、ほぼ即座に解決することができるシリアケースのナマケモノを覚えておく必要がありますし、 、上記のすべて、多くの大虐殺、イスラム国家の出現に貢献してきたイラクの悪い管理、国際システムの主要なプレーヤーとしてのロシアの強力なリターンを好むどのような状況、さらに要因と重度の不安定性多分、オバマ氏は、トランプの勝利を予測していた、理想的には、すでに大統領の協議からの予期せぬ出力を破り、ヒラリー・クリントンに国際政治の手綱を去りました。これはそんなに沈黙は最後の日の位置の論文を発生した理由を後に説明するであろう:オバマ氏のイメージに他の何よりも必死の試みとおそらくより有害を、管理が困難な状況を見つけるために、新大統領を強制します。唯一の追加の考慮事項は、あなたがすることができることは、明白な分裂、より多くのアメリカ人の身体の政治で、強調、かつて共和党と民主党、距離間の短いとの相対距離を特徴としたシステムであり、それはひどいと一緒に政治的、社会的とした、米国、どの国になっているようだ、対処する準備ができていないようだ、とそれはおそらくほとんど統治、平面上に外側と内側の深い政治的混乱が原因となります。

عمل متأخر أوباما ضد الحكومة الإسرائيلية

عند انتهاء ولايته الرئاسية، فإن إدارة أوباما يجعل من مقابس من اصعب موقف ضد سياسة الحكومة الإسرائيلية، استنادا إلى التوسع الإقليمي، مرت كعنصر سلامة دولة إسرائيل. موقف الحكومة الإسرائيلية هو معروف: لمنع التواصل الجغرافي للدولة أقل وأقل احتمالا، الفلسطينية، من خلال التعدي على اتفاقيات 1967 في هذا المشروع والاحتلال الفعلي للأراضي للفلسطينيين، مع المستوطنات الإسرائيلي، والتي تتميز التصاق قوي إلى الجزء الأكثر تطرفا للديانة اليهودية هو عامل رئيسي في إزالة والإبقاء على مساحات كبيرة من الأراضي إلى الجانب العربي. ووتكتيكات الانتظار نتنياهو، الذي تردد عدة مرات على الحل الأكثر منطقية، أن دولتين، وثبت في النهاية، والفوز، وذلك بفضل انتصار ترامب للرئاسة الأميركية، التي وصفت بأنها حليف للحكومة الحالية إسرائيل وأنه أسهم في المواقف الأكثر تطرفا. أوباما وكيري، ثم، يخرج الخاسرون واختفائهم من العقوبات السياسية الأميركية فشل مشروعهم لإقليم ودولتين. ومع ذلك، هذا الحل لا يزال يشترك فيه معظم الدول الغربية، ويجري بشرت هذه القناعة كما كان الانتقام بعد وفاته من الرجلين نهاية ولايتها. في الواقع، فإن السيناريو الذي يمكن أن نتوقع، ومنها قرار الأمم المتحدة ضد المستوطنات، ليست سوى الفصل الأخير، هو أن الدولة اليهودية أكثر عزلة من السيناريو الدولي والنبذ ​​على نحو متزايد، والتي لا يجوز ويكفي، في حين أن المهم، الدعم الكامل تقريبا من الإدارة الأمريكية الجديدة. بالتأكيد من الناحية العملية فإن الحكومة الإسرائيلية لديها حرية أكبر في العمل، ولكن، مع الاحترام، والصعوبات العلاقات الدولية تزيد فقط. للأسف، والأسف هو أن هذا لم يحدث من قبل، وهذا لم يكن الضغط الصحيح لحل القضية الإسرائيلية الفلسطينية منذ فترة طويلة. ما الكثير من المسؤولية لا يمكن إلا أن يعزى على وجه التحديد لأوباما وكيري، الذي كان دعم خجولة جدا وحذرة لحكومة إسرائيل لم تكن قادرة على فرض مثل هذه الإجراءات لتكون قادرة على تحقيق هدفهم من إنشاء دولة فلسطينية وبالتالي استكمال مشروع الدولتين في إقليم واحد. أخذ موقف أوباما، بعد أيام قليلة من انتهاء ولايته، فإنه في وقت متأخر، وحتى المشتبه به، وهو نوع من الانتقام ضد ترامب، الذي يسلط الضوء على عدم العمل في الساحة الدولية من الرئيس المنتهية ولايته. سيذكر أوباما رئيسا عظيما للعمل الداخلي، ولكن ماذا عن السياسة الدولية يبدو ميزانيتها غير مرضية إلى حد كبير. واحد الإسرائيلي، في الواقع، ليست هي القضية الوحيدة التي يوجد فيها مما يؤسف له لما قام به أوباما: علينا أن نتذكر في كسل على الحالة السورية لا يمكن حلها على الفور تقريبا، وتجنب وضع غير موات بالنسبة للولايات المتحدة والغرب و وقبل كل شيء، والعديد من المجازر، وسوء إدارة العراق، الأمر الذي ساهم في ظهور الدولة الإسلامية، أي الحالة التي يفضل عودة قوية لروسيا كلاعب رئيسي، وهو عامل آخر وعدم الاستقرار الشديد في النظام الدولي . ربما أن أوباما كان قد تنبأ بفوز ترامب ومثالي قد غادروا بالفعل على مقاليد السياسة الدولية لهيلاري كلينتون، هزم الانتاج بشكل غير متوقع من المشاورات الرئاسية. وهذا يفسر لماذا بعد الكثير من الصمت وقعت على أوراق موقف الأيام الأخيرة: محاولة يائسة وربما أكثر ضررا، من أي شيء آخر لصورة أوباما، لإجبار الرئيس الجديد للتوصل إلى الوضع الصعب السيطرة عليها. نظر إضافي فقط، والتي يمكنك القيام به، هو تقسيم واضح، المزيد والمزيد من حدته، في الجسم السياسي الأمريكي، وهو النظام الذي اتسم مرة واحدة لمسافة قصيرة والنسبية بين الحزبين الجمهوري والديمقراطي، على مسافة التي يبدو أنها أصبحت سحيق وإلى أي بلد الولايات المتحدة، تؤخذ على أنها سياسية واجتماعية معا، لا يبدو أن يكون على استعداد لمواجهة، والتي من المحتمل أن يكون بسبب اضطرابات سياسية عميقة في الداخل والخارج على متن الطائرة، لا يكاد سيطرة الحكومة.

mercoledì 21 dicembre 2016

Russia, Turchia ed Iran collaborano per la soluzione della crisi siriana. Assenti gli USA.

Dopo l’attentato all’ambasciatore russo in Turchia, i governi di Ankara, Mosca e Teheran hanno deciso di agire come una sorta di garanti nei colloqui di pace tra il governo siriano e l’opposizione. Le tre nazioni hanno interessi comuni affinché la guerra siriana, ed anche l’eventuale e tanto auspicato dopoguerra,  non possa compromettere le proprie situazioni interne ed i rispettivi interessi internazionali. Per tutti e tre gli stati è necessario che la Siria conservi la propria integrità territoriale: per la Turchia è ormai necessario che Assad resti al potere per contenere le mire dei curdi ed evitare che possano fondare un proprio stato autonomo al confine con il paese turco, per l’Iran è importante mantenere al potere nello stato siriano un governo di orientamento sciita, ragione che ne fa un alleato totalmente affidabile, per la Russia risulta altrettanto fondamentale mantenere Assad al potere, perchè è in grado di mantenere attiva l’unica base navale russa nel Mediterraneo e, sopratutto, continuare a recitare un ruolo fondamentale nella vicenda siriana, che gli consente di recitare, nuovamente un ruolo da grande potenza, come non accadeva dalla caduta dell’Unione Sovietica. Tuttavia questo coinvolgimento espone i tre paesi ad un possibile coinvolgimento nelle azioni terroristiche, delle quali l’attentato all’ambasciatore russo in Turchia, costituisce senz’altro qualcosa più di un allarme. Per evitare il più possibile di essere bersaglio di atti terroristici i tre stati devono garantire un processo di pace, che sappia tutelare sia la popolazione civile, che le parti che usciranno sconfitte dal conflitto. Tutti e tre i governi, pur non essendo famosi per il rispetto dei diritti umani, sono ben consapevoli di dovere contenere la possibile volontà di Assad di effettuare una repressione violenta delle formazioni vinte, perchè darebbe soltanto l’occasione di un prolungamento del conflitto, magari con azioni di guerriglia e terroristiche, sia sul fronte interno siriano, sia esportandolo proprio nei tre paesi alleati di Damasco. Se per la Turchia, questo pericolo sembra già essere iniziato, non solo grazie all’azione dei curdi, ma anche dello stesso Stato islamico, per gli altri due stati questo scenario è ancora evitabile. Certamente la Russia rischia maggiormente, perchè sul suo territorio sono presenti diversi combattenti islamici tornati dai teatri di guerra siriani ed irakeni e per la presenza di un fondamentalismo islamico molto radicato nei territori meridionali. L’Iran, grazie al suo apparato repressivo, sembra essere meno a rischio, ma l’esasperazione della minoranza sunnita potrebbe portare sollevazioni ed anche la possibilità di attentati. Poi per tutte e tre resta presente la possibilità di essere colpite su territori esteri, come è avvenuto per l’ambasciatore russo in Turchia. Si comprende allora come la necessità di diventare garanti di un processo di pacificazione che limiti al massimo le rappresaglie da parte dei vincitori diventi una esigenza sovranazionale, che oltrepassa, cioè, le trattative interne al paese siriano. Sono però presenti alcuni dubbi circa l’effettiva collaborazione, che si potrà sviluppare tra Mosca ed Ankara. In Turchia è avvenuta, con la morte di un ambasciatore, una violazione del diritto internazionale molto grave, come è stato sottolineato dal capo del governo russo ela tensione che si è rischiata tra i due paesi è stata pari soltanto ai momenti immediatamente successivi all’abbattimento dell’aereo militare russo da parte dell’esercito turco. Mosca ha saputo imporre la propria presenza, tramite gli investigatori russi, alle indagini delle autorità turche: un fattore quasi umiliante per Ankara, d’altro canto i sentimenti di parte della popolazione turca contro la Russia, appaiono fortemente contrari, come si è visto nelle manifestazioni avvenute nei giorni scorsi, proprio nei pressi dell’ambasciata di Mosca ad Ankara, per l’atteggiamento violento, tenuto dai militari russi ad Aleppo. Lo stesso Erdogan sembra essersi piegato alla ragion di stato, ed ai propri interessi geopolitici, nell’avvicinamento alla Russia, che sembra essere, quindi, strumentale e non di sincera alleanza. In tutta questa evoluzione dello scenario siriano vi è ancora un fattore molto importante da analizzare: l’assenza totale della presenza degli Stati Uniti. Che si tratti di una mancata partecipazione dovuta alla transizione politica, sembra essere poco veritiero,la percezione, piuttosto, è quella di una assenza voluta, perfettamente coerente con le intenzioni che Trump ha dichiarato in campagna elettorale: cioè un progressivo sganciamento dalla scena internazionale, per sottrarre sforzi economici e politici dallo scenario esterno a favore di quello interno. Un chiaro segnale della decandenza americana prossima ventura.

Russia, Turkey and Iran cooperate in the solution of the Syrian crisis. USA absentees.

After the attack the Russian ambassador in Turkey, the Ankara government, Moscow and Tehran have agreed to act as a kind of guarantor in the peace talks between the Syrian government and the opposition. The three countries have common interests to the Syrian war, including the potential and long awaited post-war period, it can not compromise its internal and international interests of the respective situations. For all three states it is necessary that Syria retains its territorial integrity: for Turkey is now necessary that Assad remains in power to contain the ambitions of the Kurds and prevent them establish their own independent state on the border with the country turkish, Iran is important to keep in power in a Shia government guidance Syrian state, because that makes it a totally reliable ally, Russia is equally important to keep Assad in power, because it is able to maintain active the only naval base Russian in the Mediterranean and, above all, continue to play a key role in the Syrian affair, allowing him to play again a role of great power, which had not happened since the fall of the Soviet Union. However, this involvement exposes the three countries to a possible involvement in terrorist acts, of which the Russian ambassador attack in Turkey, certainly constitutes something more than a warning. To avoid as much as possible to be the target of the three-state terrorism must ensure the peace process, who can protect both the civilian population, the parties that come out losses from the conflict. All three governments, although not known for respect for human rights, are well aware of having to contain the possible will to Assad to carry out a violent repression of the defeated groups, because only would give an opportunity to an extension of the conflict, maybe with guerrilla and terrorist actions, both on the Syrian home front, either exporting their own in the three countries of Damascus allies. If for Turkey, this danger seems to be already begun, not only thanks to the action of the Kurds, but also of the Islamic State, the other two were this scenario is still avoidable. Certainly Russia is more likely, because on its territory there are several Islamic fighters returned from the Syrian and Iraqi theaters of war and the presence of a Muslim fundamentalism deeply entrenched in the southern territories. Iran, with its repressive apparatus, appears to be less at risk, but the exasperation of the Sunni minority could bring unrest and the possibility of attacks. Then for all three remains present the possibility of being hit on foreign territories, as happened with the Russian ambassador in Turkey. We can appreciate how the need to become guarantors of a peace process that limits the maximum reprisals by the victors become a supranational requirement, which goes beyond, that is, internal negotiations on the Syrian country. There are however some doubts about the cooperation that can be developed between Moscow and Ankara. Turkey has taken place, with the death of an ambassador, a very serious breach of international law, as was stressed by the head of the Russian government ela tension that has risked between the two countries amounted only to the immediate aftermath of the killing Russian military aircraft from the army turkish. Moscow has been able to impose its presence, by Russian investigators, the investigation of the Turkish authorities: an almost humiliating factor for Ankara, on the other hand the feelings of the Turkish population against Russia, appear strongly opposed, as seen in events that took place in recent days, just near the Moscow embassy in Ankara, for the violent attitude, held by the Russian military in Aleppo. Erdogan himself seems to have bowed to reasons of state, and its geopolitical interests, in approaching to Russia, which seems to be, therefore, instrumental and not sincere alliance. Throughout this evolution of the Syrian scenario, there is still a very important factor to be analyzed: the total absence of the US presence. Whether it's a lack of participation due to the political transition, seems to be little true, perception, rather, is that the absence of a deliberate, perfectly consistent with the intentions that Trump said during the election campaign: that is a progressive disengagement from the international scene, to steal economic and political efforts by the external scenario in favor of what is inside. A clear signal of the next American decadence fortune.

Rusia, Turquía e Irán cooperen en la solución de la crisis de Siria. USA ausentes.

Después del ataque al embajador ruso en Turquía, el gobierno de Ankara, Moscú y Teherán han puesto de acuerdo para actuar como una especie de garante en las conversaciones de paz entre el gobierno sirio y la oposición. Los tres países tienen intereses comunes a la guerra de Siria, incluyendo el período de potencial y esperada después de la guerra, no se puede poner en peligro sus intereses internos e internacionales de las situaciones respectivas. Para los tres estados es necesario que Siria conserva su integridad territorial, porque Turquía es ahora necesario que Assad se mantiene en el poder para contener las ambiciones de los kurdos y evitar que establecen su propio estado independiente en la frontera con el país turco, Irán es importante mantener en el poder en un estado sirio Shia orientación del gobierno, porque eso hace que sea un aliado totalmente fiable, Rusia es igualmente importante mantener Assad en el poder, ya que es capaz de mantener activa la única base naval rusa en el Mediterráneo y, sobre todo, seguir desempeñando un papel clave en el asunto sirio, lo que le permite volver a jugar un papel de gran potencia, que no había ocurrido desde la caída de la Unión Soviética. Sin embargo, esta participación expone los tres países a una posible implicación en actos terroristas, de los cuales el ataque embajador ruso en Turquía, sin duda constituye algo más que una advertencia. Para evitar en lo posible ser el blanco del terrorismo de tres estados deben garantizar el proceso de paz, que puede proteger tanto a la población civil, las partes que salen las pérdidas por el conflicto. Los tres gobiernos, aunque no se conoce por el respeto de los derechos humanos, son muy conscientes de la necesidad de contener la posible voluntad de Assad para llevar a cabo una represión violenta de los grupos derrotados, porque sólo le daría la oportunidad de una extensión del conflicto, tal vez con la guerrilla y las acciones terroristas, tanto en el frente interno sirio, ya sea exportando sus propios en los tres países aliados de Damasco. Si por Turquía, este peligro parece estar ya comenzado, no sólo gracias a la acción de los kurdos, sino también del Estado Islámico, los otros dos eran este escenario sigue siendo evitable. Ciertamente, es más probable que Rusia, porque en su territorio hay varios combatientes islámicos volvieron de los teatros sirios e iraquíes de la guerra y la presencia de un fundamentalismo musulmán profundamente arraigada en los territorios del sur. Irán, con su aparato represivo, parece ser menor en riesgo, pero la exasperación de la minoría sunita podría traer malestar y la posibilidad de ataques. A continuación, para los tres restos presentar la posibilidad de ser golpeado en territorios extranjeros, como ocurrió con el embajador ruso en Turquía. Podemos apreciar cómo la necesidad de convertirse en garantes de un proceso de paz que limita el máximo represalias por los vencedores se convierten en un requisito supranacional, que va más allá, es decir, las negociaciones internas en el país sirio. Sin embargo, hay algunas dudas acerca de la cooperación que se pueden desarrollar entre Moscú y Ankara. Turquía ha tenido lugar, con la muerte de un embajador, una infracción muy grave del derecho internacional, tal como ha subrayado el jefe de la tensión ela gobierno ruso que ha arriesgado entre los dos países ascendió sólo al período inmediatamente posterior a la muerte avión militar ruso del ejército turco. Moscú ha sido capaz de imponer su presencia, por los investigadores rusos, la investigación de las autoridades turcas: un factor casi humillante para Ankara, por otro lado los sentimientos de la población de Turquía contra Rusia, aparecerá una fuerte oposición, como se ve en acontecimientos que tuvieron lugar en los últimos días, justo cerca de la embajada de Moscú en Ankara, por la actitud violenta, en poder de los militares rusos en Alepo. el propio Erdogan parece haber cedido a la razón de Estado, y sus intereses geopolíticos, y quieren acercarse a Rusia, que parece ser, por lo tanto, la alianza sincera instrumental y no. A lo largo de esta evolución del escenario sirio, todavía hay un factor muy importante a analizar: la ausencia total de la presencia de Estados Unidos. Ya se trate de una falta de participación debido a la transición política, que parece ser poco cierto, la percepción, más bien, es que la ausencia de una deliberada, perfectamente coherente con las intenciones de los que se dice Trump durante la campaña electoral: que es una desvinculación progresiva de la escena internacional, para robar los esfuerzos económicos y políticos por parte del escenario externo en favor de lo que está dentro. Una señal clara de la siguiente fortuna decadencia estadounidense.