Politica Internazionale

Politica Internazionale

Cerca nel blog

venerdì 16 marzo 2018

L'ambigua politica internazionale della Russia

La vicenda inglese sull’attacco all’ex spia russa, rivela tutte le debolezze di Mosca, costretta ad esercitare soluzioni sempre più estreme, per cercare di portare scompiglio all’interno della coalizione occidentale. Putin è alle prese con una elezione che appare scontata: la riconferma nel suo ruolo di presidente russo è poco più che una formalità, rendendo sempre più legittima la domanda se il sistema politico della Russia sia una democrazia o, piuttosto, una sua degenerazione. Malgrado l’ampio consenso interno, nel paese sono presenti parti consistenti di dissenso alle quali, oltre la repressione, deve essere applicato il consueto schema che prevede di spostare l’attenzione verso le vicende internazionali. Presentare la Russia come perseguitata dalle potenze occidentali rientra ampiamente in questa modalità, ormai largamente prevedibile, ma ad una opinione pubblica sensibile all’orgoglio nazionale, come quella russa, la percezione di una persecuzione occidentale è strumentale per chi vuole ergersi a paladino della difesa dei valori nazionali. Tuttavia forse le reazioni occidentali alla vicenda di Londra non erano state calcolate nei giusti modi; se, oltre che alle ragioni interne, il progetto era quello di dividere il fronte occidentale, forse in preparazione di nuove sfide internazionali, la reazione dell’Ovest è andata in senso contrario alle previsioni del Cremlino. Quello che per il Regno Unito è stato un attacco alla propria sovranità è stato percepito dagli altri governi  come una possibilità che potrebbe verificarsi anche nei loro territori e ciò ha innalzato il livello di solidarietà per Londra, riuscendo a provocare una unione di intenti in paesi sempre più distanti. Connessa alla domanda se vi è una effettiva democrazia in Russia, sono state fatte considerazioni, circa l’accaduto, che hanno paragonato l’attuale paese russo al suo antenato sovietico, che usava colpire i suoi nemici all’estero con il doppio scopo di avvertire i dissidenti sia fuori che dentro l’Unione Sovietica. Ora un simile modo di agire, che, come già detto è in aperta violazione della altrui sovranità nazionale, costituisce, come è avvenuto, anche un pericolo per i cittadini civili che sono stati messi a rischio dall’agente chimico impiegato. D’altra parte questa eventualità non può non essere stata considerata e costituisce, quindi, un attentato verso la popolazione civile di un altro stato. Quello che appare è una Russia sempre più simile all’impero sovietico, sia in campo internazionale, grazie ai sempre più discutibili modi di agire in spregio al diritto internazionale, sia in campo interno dove la repressione del dissidio è la regola e l’ineguaglianza sociale è sempre maggiore. Il quadro che ne esce è quello di una nazione sempre meno affidabile, che, però ricopre un seggio permanente nel Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite, utilizzato, ormai come strumento per i suoi fini di politica internazionale. Il modello di comportamento russo sembra rappresentare la vera emergenza sul piano internazionale, perchè è imperniato sulla trasgressione sistematica del diritto internazionale e del mancato rispetto della sovranità degli stati, attuati sia attraverso metodi convenzionali, sia con metodi alternativi, legati alle nuove tecnologie, come attacchi informatici, che hanno come scopo quello di esercitare una influenza occulta negli affari interni di nazioni estere.  Il dato rilevante è che Mosca sembra essere contraddistinta da una azione ad ampio spettro che mira ad alterare gli equilibri interni di paesi terzi attraverso l’aumento del contrasto interno tra le forze poltiche e sociali. Fino ad ora la percezione della Russia è stata ben chiara nei paesi occidentali, ma è stata attenuata da quelle forze politiche che hanno ricevuto aiuti e finanziamenti da Mosca, solo per il fatto di presentarsi come anti sistema e da quelle parti sociali che godevano di interessi economici rilevanti, grazie ai rapporti con la Russia. Questi sentimenti sono ancora ben presenti nei paesi occidentali e costituiscono il mezzo principale di cui si serve Putin per espletare la sua azione di disturbo. Lo sdegno occidentale doveva concretizzarsi prima, ad esempi con le vittime civili dei bombardamenti russi in Siria o con l’ingerenza avvenuta nelle elzioni politiche americane o di altri paesi. L’azione russa, che si sta protraendo a troppo tempo al di fuori dei propri confini, deve essere contrastata avendo la consapevolezza che rappresenta un pericolo per le democrazie e lo sviluppo pacifico delle relazioni internazionali e l’isolamento di Mosca deve essere il primo passo necessario per contrastare l’azione del governo della Russia.

Nessun commento:

Posta un commento